Giornata banale, di neon e PC;
appena fuori nubi pesanti violente sui passanti,
sotto il portico la Tunisia, il Marocco la Nigeria
accovacciata povertà sporca malata;
impavida pioggia di ghiaccio gira intorno alle colonne:
come una furia i miei capelli.
Cerco un nascondiglio
si apre un portone di legno
ci salto dentro e mi ritrovo in un tunnel di tempesta
tra il cortile e la Nigeria
un antro angolo di vento e acqua e polvere di ghiaccio sulla faccia.
Un auto si infila uno sportello si spalanca.
E' un attimo
mi trovo sul sedile caldo scamosciato
negli occhi lo sguardo azzurro incorniciato:
volto di uomo.
La grandine picchia ritmica sulla capote dell'auto
gli sguardi si scoprono smarriti e increduli.
Vedo la bellezza giovane di maschio
l'accorgersi della mia sottigliezza felina:
non sono certo io il suo genere di donna
eppure l'evento ci stringe in un romanticismo inconsueto,
spalancati uno di fronte all'altro
lui blu io argento bagnato:
baciarsi sarebbe troppo,
meglio bagnarsi,
in un attimo sono in fuga sotto la pioggia.
Annamaria