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Annamaria, psicoteatrante


Lo psicodramma



"Un incontro a due: sguardo nello sguardo, faccia a faccia. E quando sarai vicino io coglierò i tuoi occhi per metterli al posto dei miei, e tu coglierai i miei occhi per metterli al posto dei tuoi, poi ti guarderò con i tuoi occhi e tu mi guarderai con i miei."



La tecnica dello psicodramma fu sperimentata per la prima volta nel 1921 da Jacob Levi Moreno, un medico-filosofo di Vienna. Influenzato dal pensiero di Rousseau, Pestalozzi e Froebel, dalla filosofia di Bergson e dalla psicologia di Jung, Moreno costituì un problema per l'ambiente psichiatrico dell'epoca. I suoi punti di vista sull'uomo e le sue relazioni interpersonali erano in netto contrasto con tutto quello che allora veniva insegnato. Egli rappresentava proprio una contraddizione, era troppo difficile accettarlo come persona: era un anticonformista, un solitario, un leader narcisistico, carismatico ma distaccato, gregario ma selettivo, amabile ma eccentrico, odioso e attraente insieme. Egli non avrebbe aderito ai partiti politici potenti.

Allievo di Stanilavskij, dal 1921 al 1924, con il Teatro improvvisato, Moreno sperimentò la spontaneità del teatro: è davanti al pubblico infatti che in questa sorta di rappresentazioni si fabbricano e si dipingono le maschere; il drammaturgo compone il testo senza una forma scritta definitiva e l'attore diventa creatore del suo personaggio. In questo tipo di teatro il pubblico viene invitato a reagire ed a interagire liberamente.

Fu così che Moreno si rese conto dell'importanza del pubblico e quindi della sua possibile utilizzazione nei fenomeni di gruppo. Il teatro terapeutico nacque quasi per caso, attraverso l'esame delle ripercussioni personali della recitazione teatrale su un'attrice: Barbara.


Con l'invenzione dello psicodramma entrano nella psicoterapia contemporanea i metodi 'attivi', che ricorrono all'utilizzo del linguaggio del corpo e ad una regia terapeutica basata sul fare, oltre che sul dire. Nello psicodramma moreniano i protagonisti devono improvvisare il loro ruolo partendo da una situazione presente, passata, futura o immaginaria. Chiaramente è sottinteso che la sua utilità sta nel consentire al soggetto di proiettare nel dramma che sta recitando le sue reali preoccupazioni, le sue attrazioni, le sue repulsioni.

Ciascuna seduta di psicodramma (che può durare da 15 minuti ad un' ora si distingue in tre parti:

1. la preparazione (o riscaldamento) dell'uditorio che permette al conduttore di trovare un tema da rappresentare che sia condiviso e vissuto da tutti i partecipanti;

2. l'azione. I partecipanti devono calarsi nei panni della persona che rappresentano, avere la sua età, il suo modo di comportarsi, di essere;

3. le reazioni di eco della sala in cui ciascuno esprime quello che ha sentito. Ciò consente ai protagonisti di uscire dal loro isolamento e di vivere positivamente la partecipazione emotiva del pubblico.



L' azione dello psicodramma può riguardare una situazione presente o passata di una persona. Si possono altresì rappresentare altro genere di conflitti familiari, scolastici, lavorativi, di coppia...

Secondo Moreno l'uomo si realizza veramente solo quando può esprimersi liberamente, nonostante le barriere sociali. Per fare uno psicodramma infatti è necessario essere persone cordiali ed aperte agli altri, con una certa dose di coraggio (per lanciarsi e lasciarsi andare alla recitazione) ed immaginazione creatrice.

La creatività, scrive Moreno,
"è la forza che spinge l'individuo a cercare una risposta adeguata per una nuova situazione o una nuova risposta per una vecchia situazione".

Egli sostiene che bisogna addestrarsi alla spontaneità , per migliorare il comportamento, la capacità di orientamento verso la vita, per diventare più concreti, più saggi.

Per Moreno gli uomini di oggi, soprattutto i giovani, hanno molto bisogno di questo ritorno alla semplicità, recuperando lo stato di spontaneità che è caratteristico della età infantile.

Lo psicodramma consente un "riaddestramento ai ruoli".
Molti soggetti sono nevrotici, inibiti, timidi, hanno un repertorio di ruoli sociali povero e sclerotizzato che li rende inadatti alla vita familiare e sociale. Lo psicodramma rende possibile prepararli a ruoli diversi, più liberi di uscire dal circolo vizioso della ripetizione di altri ruoli in cui il soggetto ha fallito.

Il gioco di ruolo e lo psicodramma sono strumenti efficaci anche per i bambini: permettono infatti di esplorare i loro atteggiamenti ed i loro vissuti, consentono loro di allenare la spontaneità e la creatività e liberarsi così dai conflitti.



(da www.psicolinea.it)