gabriele galimberti nasce il quattro agosto del millenovecentoottantacinque a pinerolo, cittadina del downtown torinese. quel giorno era domenica, il giorno in cui dio si riposa, e lo si capisce immediatamente per quanto lo riguarda. alla prima occhiata. "ma non si sarà riposato un pò troppo?" è la prima domanda di suo padre. da lì si capisce già che nella sua vita,con dio, non avrà un gran rapporto... ma sarà battezzato lo stesso. per la felicità delle nonne. da subito risulta già il suo spirito assolutamente festaiolo ed egocentrico, urlando nella nursery ininterrottamente per tre giorni e tre notti, svegliando tutti gli altri bambini (questo ci raccontano le fonti...).
viene accudito e svezzato a biscotti plasmon e ovomaltina, nella speranza di una crescita fisica e illudendolo che, se così avesse fatto, sarebbe cresciuto sicuramente. neanche a dirlo, queste speranze si infrangono subito alle medie.
ecco, sequenza di fasi; alle medie tamarro della peggior specie, come molti ragazzini di quell'età nella realtà della periferia. superiori, dalla fase fricchettona in camicia indiana, fino ad abbandonare quei vestiti ma diventando un rastamanno per un anno circa. e finisce anche quella fase. con quel chiloeottocentogrammi di capelli tagliati e con tutto quello che ci ha trovato dentro poteva farci il mercatino delle pulci. o più che altro le pulci potevano farci il mercatino.
taglio drastico di capelli e di concezioni del mondo. l'unica cosa che continua a non cambiare è la sua altezza: è fermo a unmetroesessantanovecentimetri. ferme anche le speranze di crescita. quindi lascia anche il basket dopo sette anni.
si lancia allora nel teatro, all'inizio per sfogare il suo scalpitante egocentrismo... ma poi perchè gli dava anche qualcosa in più. per tre anni recita nel gruppo teatrale a scuola, passando da "il vizietto" (dove impara un tic che gli rimane tutt'ora, alzare il mignolino quando beve il caffè), a marinetti "fantocci elettrici" ed infine a brecht "la resistibile ascesa di arthur ui". teatro e politica iniziano ad avvicinarsi... anche nella sua mente...
siamo quasi ai giorni nostri.
l'incontro con persone speciali gli aprono gli occhi anche verso altri paesaggi sensazioni sguardi. cosa che per fortuna cercherà di fare sempre... cercare il punto di vista dell'altro. ma questo porta ad un'ennesima conseguenza. il suo cervello (?) viene popolato da tantissimi strani omini che impiantano nella sua testa un mercato fisso di idee, confusione e dissociazione. a volte riescono ad impossessarsi pienamente del suo girovagare non solo per strade terrene... a volte sono un'orda di urukai nella mente... altre volte gli fanno dimenticare dei blocchi... ma solo a volte... le altre volte è stupido di suo, ma per lui diventa l'alibi adatta.
segue con cura de andrè, ma in realtà la musica lo ha sempre seguito... perseguitato dal fratello violinista e dalla collezione paterna di vinili.
quelle persone speciali incontrate continuano a dargli la mano e a portarlo a spasso. allora capisce che gli vogliono davvero bene.
con loro serie di esperienze in giro per il mondo, spagna, malta, francia, (pensa anche alla svezia, ma è irrealizzabile...), corsi per gestione del gruppo e organizzazione di eventi e concerti. girando e organizzando si innamora sempre più dell'inglese, e purtroppo dimenticherà un pò il francese...
volontariato ad agape, dove ci tornerà ogni anno. preso così dalla voglia di girare il mondo si spinge a cercare di conoscere sempre più persone possibili. in musica. ma anche non. ne conoscerà molte anche e proprio ad agape... fino ad una delle ultime volte... fine estate... il quattro settembre duemilaecinque... una banda di matti parzialmente interi... e l'esperienza insegna che lui coi matti ci va molto d'accordo.
piccola parentesi lavorativa, ma si accorge da subito che non può essere la strada da seguire. frustrato e cerebralmente rattristito decide che la scelta migliore è il licenziamento.
ora è iscritto all'università. studi internazionali.
ora proprio grazie a quella scalcagnata compagnia di saltimbanchi parzialmente interi ha iniziato questa nuova esperienza teatrale. don chisciotte egocentrico vanesio dissociato disilluso. ne è molto grato e onorato.
oggi non sa bene qual è la sua condizione, dichiara in confidenza. è solo più sicuro delle domande che delle risposte. e questo gli basta. meglio realtà che sogno. l'unica cosa di cui è assolutamente certo, ma che non si ripete mai, è che l'adolescenza per fortuna è finita.
oggi non sa.
domani...
ma la continuazione la saprete.
i rasoi fanno male
i fiumi sono freddi
l'acido lascia tracce
le droghe danno i crampi
le pistole sono illegali
i cappi cedono
il gas è nauseabondo...
tanto vale vivere.
dorothy parker