La mia è una teatralità che nasce come "caso umano".
Da piccola mia mamma mi teneva come una sorta di bottino di guerra, mi mostrava al mondo da dietro alle sbarre della casa di via re David, a Bari, e non amava frequentassi i coetanei del palazzo, anzi.... così io e la mia amica del cuore Rosanna Losurdo giocavamo ognuna sul suo balcone senza mai toccarci se non con le parole, improvvisando copioni al limite della cinematografia...
risultato? A cinque anni avevo già il mio pubblico, le signore del palazzo che si affacciavano dai balconi per godersi lo spettacolo mio e di Rosanna, anche se non ho mai capito perché sorridessero inebetite - in realtà ridevano! Perfide! - e perché i figli dietro le loro gonne facessero a me e alla povera Rosanna boccacce e sberleffi che non ho il cuore di descrivere...
Son passata poi da una recita scolastica all'altra finché le "cape di pezza" del liceo - unico liceo linguistico a Bari - non mi fecero passare del tutto la fantasia china com'ero sotto il peso dei libri e dell'angoscia...poi via così, studi, lavoro, trasferimenti, incontri fortunati che hanno risvegliato la fiamma teatrale ed eccomi improbabile - o quasi - teatrante dell'Oppresso impegnata in progetti sull'intercultura nelle scuole, poi via un primo palcoscenico, poi un portone antico in un festival di artisti di strada e via via sempre più intera fino al miracoloso, "carramboso" incontro con la vera Interezza, che apre spiragli su caleidoscopi colorati, guizzi dell'anima, profondità abissali e chi più ne sa più ne metta!
E ora dove andrò? Che farò? Non so...
...e con questo dubbio amletico vi lascio mentre torno al mio destino... (che delirio...terribile rileggermi......!)