chi siamo

Marasso, che fa il re


Il condannato a vita


da "Il re muore" di E.Ionesco
adattamento e regia di Maddalena Trani
compagnia Il carro di Tespi (Milano)



Un Re, il re del creato, l'uomo. La regina Maria, l'amore passionale. La regina Margherita, l'amore che trascende l'umano. I tre personaggi si ritrovano nella sala del trono, in cui tre lamine d'acciaio mostrano la realtà e la via possibile verso un suo cambiamento. Qui i tre personaggi danno vita a una cerimonia distruttiva ma anche, per assurdo, colma di speranza per una rinascita dell'uomo.


Personaggi e interpreti:
Il Re Bérenger I: Andrea Marasso
La Regina Maria: Rita Vaz Pato
La Regina Margherita: Maddalena Trani
Scenografia: a cura della Compagnia
Oggetti di scena: Rita Vaz Pato e Andrea Marasso
Costumi: Cinzia Breda
Luci: Giorgio Berlusconi
Adattamento e Regia: Maddalena Trani



"Il Re muore" di Eugène Ionesco, apparso per la prima volta sulle scene parigine nel dicembre del 1962, venne considerato da gran parte della critica come il vertice più alto raggiunto dalla creazione drammatica dell'autore. Da un famoso critico inglese è stato scritto: "... questa commedia, come la maggior parte delle commedie del Teatro dell'Assurdo, è un'immagine poetica della condizione umana, forse più semplice, più avanzata delle prime opere dello scrittore, ma anche più potente, più controllata, più classica nella forma...".
Ionesco mette in causa la sorte dell'uomo - e dell'Umanità - le sue responsabilità, le insidie che lo minacciano: è l'uomo medio, elevato a dignità regale, a "Re del creato" che si trova alla resa dei conti. La commedia oscilla infatti continuamente fra storia privata (la morte dell'uomo singolo, intesa non come morte fisica bensì come morte al proprio attaccamento terreno) e storia del mondo - nello specifico, la crisi dell'Umanità tutta.

Questa versione de "Il Re muore" vede in scena solo tre personaggi. Il Re, per il quale l'ostinata volontà di vivere manca sostanzialmente di motivazione. Due Regine che incarnano le due facce dell'amore: l'amore passionale della regina Maria che persegue una felicità precaria, instabile, in altre parole "troppo umana"; e l'amore della regina Margherita, che tenta di trascendere la dimensione umana e che opera, con spietata logica, un amoroso distacco dalla persona amata.
Il Re, Maria e Margherita si ritrovano nella sala del trono - ultimo baluardo di un regno ormai in disfacimento - dove lamine d'acciaio hanno il potere di mostrare la realtà e soprattutto una possibile via verso un mutamento della stessa.
Qui, i tre danno vita a una cerimonia distruttiva e inarrestabile quanto, per assurdo, costruttiva e colma di speranza per un rinascita dell'uomo, forse, in un mondo migliore.


24-25-26/5/2001
Somma Lombardo Teatro Oratorio San Luigi
Festival del Ticino