I nostri anniItalia, 2001, 90'
Regia: Daniele Gaglianone
soggetto e sceneggiatura: Daniele Gaglianone e Giaime Alonge
fotografia: Gherardo Gossi
montaggio: Luca Gasparini
musica: Massimo Miride, Giuseppe Napoli, Monica Affatato, Daniele Gaglianone
scenografia: Valentina Ferroni
costumi: Marina Roberti
interpreti principali: Virgilio Bei, Piero Franzo, Giuseppe Boccalatte, Massimo Miride, Enrico Saletti, Luigi Salerno
prodotto da: Gianluca Arcopinto
I nostri anni sono passati come una storia che ci è stata raccontata e il luogo dove accaddero queste cose non ne serberà traccia.
Il percorso di questo film che rievoca la Resistenza è curioso: era stato presentato con successo al Festival di Cannes 2001 nella Quinzaine des Realizateurs, presentato al Torino Film Festival 2001, ha recentemente vinto il premio istituito dalla rivista di cinema Duel, ha girato la maggior parte dei festival dedicati al cinema italiano all'estero, è uno dei film più proiettati nei cineforum e nei centri sociali, eppure nelle sale ha avuto vita breve (poco più di una settimana nel maggio 2001).
Daniele Gaglianone, ha collaborato per parecchio tempo con l'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza di Torino. Il suo film racconta la quotidianità di due ex partigiani torinesi, ora in pensione. I loro ricordi sono stati raccontati con dei flash-back della guerra partigiana che i due hanno combattuto insieme sulle montagne piemontesi.
I due anziani protagonisti che nel film si chiamano Alberto e Natalino non sono degli attori ma due ex partigiani. Nella storia del film, Natalino racconta la sua toccante esperienza rispondendo alle domande di un ricercatore universitario, Alberto vive in un pensionato dove stringe un'amicizia con un uomo paralitico che scoprirà essere uno degli aguzzini incontrati in guerra.
Dopo questa agghiacciante rivelazione Alberto organizza la vendetta con l'amico ex partigiano, per eliminare i fantasmi del passato.
L'episodio è assolutamente realistico: "Poco tempo fa in una sede dell'ANPI, un ex partigiano ci diceva che quando era ricoverato in ospedale ha diviso la stanza con uno che durante la guerradi Resistenza ha fatto fuori dei suoi compagni".
Gaglianone precisa che "questo film parte da un pezzo di storia italiana ma mette in scena delle cose molto vere, molto umane e anche molto elementari, nel senso di primarie.
Amicizia, tempo che passa, memoria che diventa nostalgia e memoria divenuta ossessione, vendetta e altro che trascende l'episodio storico che fa da contesto nella vicenda".
Il film è girato in rigorosissimo bianco e nero e i flashback della guerra di Resistenza sono stati filmati con una pellicola scaduta, che rende un effetto particolarmente "invecchiato".
Max interpreta un graduato fascista durante la strage dei compagni di Alberto.