Genova 2001. Nella notte del 21 luglio, alla scuola Diaz, un blitz delle forze dell'ordine. Nella sede del Genoa Social Forum 93 persone vengono picchiate ed arrestate. Molti finiscono in ospedale. Tutti saranno rilasciati, senza accuse.
Una pagina nera della storia italiana. Un massacro istituzionale. Una macelleria messicana, come la definì un funzionario di polizia presente alla Diaz.
L'inizio di una strategia che si ripete da anni, dove ci siano manifestazioni di dissenso al potere.
Scritto con il contributo di avvocati che hanno difeso molti dei 93 occupanti della Diaz e con il contributo diretto di alcuni di essi, lo spettacolo ripercorre la notte della Diaz. Unendo fatti documentati alle testimonianze degli arrestati e dei poliziotti.
Il trauma di molte migliaia di persone e di un movimento. Nel 2001 più convinto che mai. Il seguire di processi e sentenze, ancora non conclusi.
In un quadro essenziale e lancinante. Con sfumature marcate e tratti taglienti. Che scuote emozioni e riflessioni dalle pagine di questa fiaba nera. Che richiede poca enfasi e poca inventiva per essere tale.
Sono ormai trascorsi 23 anni dalle tragiche vicende del G8 di Genova ma molte ferite rimangono aperte.
Le vicissitudini processuali che si sono susseguite in questi anni non ricompongono affatto la frattura che si consumò nel luglio del 2001 fra forze di polizia e cittadinanza, non sanano la lesione che fu inferta all'ordinamento democratico, non riscattano le istituzioni, immobili quando non colluse.
Il movimento no global diede vita nel luglio del 2001 ad una vera e propria mobilitazione di massa. Per la prima volta dopo anni di delusioni e sconfitte, una nuova generazione ricominciò ad opporsi alle scelte economiche dettate dai potenti della Terra.
A Genova le mobilitazioni di piazza che si aprirono il 19 luglio, con un pacifico corteo di 50mila persone, incontrarono nei giorni successivi la spietata repressione delle "forze dell'ordine", che seminarono il terrore per le strade della città. La presenza, a margine dei dimostranti, di sparuti gruppi di black-bloc, che incendiarono auto e sfasciarono banche e negozi, fornì un ulteriore pretesto alla violenza di polizia e carabinieri, peraltro sostenuta da un'insistente campagna mediatica. Oggi sappiamo con certezza che nel "blocco nero" non mancavano infiltrati delle stesse forze dell'ordine. L'apice degli scontri fu raggiunto venerdì 20 luglio con l'uccisione di Carlo Giuliani, un manifestante che stava partecipando alla costruzione di barricate difensive in piazza Alimonda.
Il giorno successivo, 21 luglio, una manifestazione di 300mila persone sfilò per il lungomare genovese, sfidando la paura: il corteo venne caricato violentemente dalla polizia. La sera stessa le forze dell'ordine fecero incursione nella scuola Diaz, dove stavano dormendo 93 persone, tra ragazzi e giornalisti in gran parte stranieri.
Il verbale della polizia parla di una "perquisizione": si sospettava la presenza di simpatizzanti del Black block. Ma, nonostante tutto, resta tuttora senza motivazione ufficiale l'uso della tenuta antisommossa per effettuare una perquisizione.
Tutti gli occupanti furono arrestati e la maggior parte di loro picchiata violentemente, sebbene non avessero opposto alcuna resistenza. Un'esplosione di violenza come da anni non se ne vedevano nel nostro paese. Una macelleria messicana, come la definì un funzionario di polizia presente alla Diaz.
A nessuno degli arrestati venne comunicato di essere in arresto, né i reati dei quali sarebbe stato accusato. Molti di loro scoprirono solo in ospedale di essere stati arrestati per associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio, resistenza aggravata e porto d'armi: accuse dimostratesi poi palesemente false ed infondate. Sospesa la democrazia, sospesi i più elementari diritti civili, si assiste ad un'azione di violenza deliberata, costruita ad arte, come altre in quei giorni, per reprimere e disperdere il movimento. Movente la totale garanzia di impunità, assicurata dalla connivenza delle istituzioni, dei mezzi di comunicazione e delle parti politiche coinvolte.
"Non avevamo paura" ripercorre le vicende di quella notte nera, unendo i fatti documentati alle testimonianze dirette di alcuni degli occupanti e dei poliziotti presenti. Fondamentale, a questo proposito, il contributo di alcuni degli avvocati della difesa che hanno partecipato alla stesura del testo e seguito le tappe di rifinitura della messinscena. Le circostanze, puntualmente ricostruite, si ricompongono in un quadro a tinte fosche. Una fiaba nera dalle sfumature marcate e dai tratti taglienti. Che scuote emozioni lancinanti, suscita riflessioni, pone interrogativi turbanti.
Il teatrino tragicomico dei giorni successivi alla mattanza della Diaz, celebrato con scabroso candore da tutte le principali testate giornalistiche e dalle tv, viene rappresentato in modo efficace e pungente.
Il tratto è deciso, il chiaroscuro è marcato, i personaggi fortemente caratterizzati. L'atmosfera avvolgente evoca e coinvolge, affascina e terrifica. Scene emblematiche e rappresentative, di grande impatto visivo oltre che emozionale, si susseguono con ritmo incalzante. Si coglie il carattere orribilmente grottesco dei fatti, la cui complessità è resa accessibile anche a ad un pubblico poco informato, senza tuttavia deludere in termini di precisione chi invece quelle giornate le ha seguite da vicino. Da questo quadro a tinte fosche, conturbante e spaventoso, emergono e prendono corpo inquietanti ambiguità e contraddizioni, regie occulte, verità distorte e spesso deliberatamente taciute. Il ruolo oscuro dei vertici della polizia, il delinearsi di una strategia, collaudata in quei giorni, a cui si ricorrerà più volte negli anni successivi, a Chiaiano come in Valle di Susa, ovunque ci siano manifestazioni di dissenso al potere.
Una storia ancora aperta. Lo spettacolo viene aggiornato con i dati che arrivano dalle sentenze e dai processi ancora in corso. Nonostante il parziale ribaltamento portato dalla sentenza di secondo grado, che ha appurato la responsabilità dei vertici della polizia per le violenze e per i falsi atti, nessuno degli oltre 70 condannati per i fatti di Genova 2001 ha fatto né farà un solo giorno di prigione per ciò che ha commesso. Gran parte dei reati finirà in prescrizione. Nessuno è stato sospeso da servizio e molti sono stati promossi. A distanza di anni, nonostante ogni singolo dettaglio sia stato spiegato nelle aule di tribunale, lo Stato si assolve per aver commesso il fatto.
Un dato di fatto su cui riflettere, una consapevolezza da cui ripartire per evitare il reiterarsi di errori e leggerezze. Per superare finalmente il trauma che ancora grava sul movimento. Mai più così forte, numeroso ed unito come allora.
Tutti gli occupanti furono arrestati e la maggior parte picchiata, sebbene non avessero opposto alcuna resistenza. I giornalisti accorsi alla scuola Diaz videro decine di persone portate fuori in barella. La portavoce della Questura dichiara, in una conferenza stampa, che 63 di essi avevano pregresse ferite e contusioni e mostra il materiale sequestrato, ma senza dare risposte agli interrogativi della stampa. [...]
Nei verbali la verità sull'assalto: le molotov introdotte nella scuola per coprire gli eccessi G8, i superpoliziotti confessano "Alla Diaz errori e violenze" Le accuse a Canterini e gli interrogatori dei pm genovesi, inventato anche l'accoltellamento di un agente. È una sconvolgente confessione, quella che emerge dai verbali dei super-poliziotti interrogati dalla Procura di Genova sul famigerato blitz della notte del 21 luglio 2001, una delle pagine più nere della storia della polizia italiana.[...]
E chill' ha detto che le recensioni che contano sono quelle dei critici, o di chi lo fa di mestiere?!?
Ecco i commenti del pubblico! Degli amici, dei parenti, dei conoscenti, degli afiçionados, dei passatipercaso!
Ieri sera non mi uscivano le parole.... e allora ho pensato di scrivervi.
Il vostro spettacolo è molto "fisico", fa male perchè questa volta il sentimento non è l'indignazione, ma l'orrore. Perchè tra quelle persone alla Diaz, a Bolzaneto, tutto sommato a prendere le botte potevo esserci anch'io , o i miei amici, mio cugino.... che tutto siamo fuorchè anarchici insurrezionalisti.... perchè quella mezz'ora di terrore e sangue poteva cambiare le nostre vite, "segnarci" nel corpo e nelle menti in maniera indelebile. perchè i black block chi li ha mai visti ? perchè un morto in piazza da una parte o dall'altra te lo aspetti .... ma il resto è violenza inaudita, ingiustificata, spaventosa.
È uno spettacolo drammatico, voi state sul palco con consapevolezza. Claudia è asciutta e dura nella parte dell'avvocato, bravissima. Mi sono piaciute molto alcune scelte, intuizioni registiche: la scena dei personaggi manovrati dal burattinaio. (bravissimo max nella mimica di quella scena) l'idea del "gioco" per la vicenda delle bottiglie esplosive. la presenza inquietante e seduttiva delle ballerine. le presenze malefiche di max e alberto...
alla fine si è provati, stanchi, come se le botte le avessimo prese per davvero, e l'applauso fa fatica a uscire ....
Raffaella
Ciao a tutti dopo le intense emozioni regalate ieri sera da Claudia, da Max e dagli altri 9 della banda noi non abbiamo paura e andiamo avanti, come se nulla fosse successo. Grazie agli Interezza: non ci avete spaventato, siamo più determinati di prima. Mentre la Diaz sta ancora lì a ricordarci con chi ancora oggi abbiamo a che fare noi continuiamo a credere che un altro mondo sia possibile e mettiamo in guardia il regista-burattinaio-aguzzino: quel suo ossessivo "non avevamo paura" è solo un tentativo di rassicurare se stesso e la forza delle nostre ragioni saprà prevalere sulla violenza del potere. Non si illudano, noi siamo sempre qui a presidiare la Democrazia: non ci ruberete il futuro.
Ezio
In ogni senso..spettacolo!!! Devo farvi davvero i complimenti, siete cresciuti moltissimo, forse è la prima volta che si nota poco la differenza fra i professionisti e i neofiti, bravi tutti. Mica & De Luca sono una scoperta, mi hanno emozionata. Nati per il palco, niente accenti, molto partecipativi, ben amalgamati :) Finalmente uno spettacolo completo: scelta dei tempi ottima, ironico, coreografico, interattivo. Fantastica l'idea delle danzatrici, farcisce a meraviglia il testo e rende meno pesante il contesto. Max e Albi nella parte, ottima interpretazione (bruttissmi e cattivi entrambi... eh eh :) ) Spettacolo da palcoscenico, da grande pubblico... si.. davvero... ho gradito molto :)
Silvia
Toccante, arriva al cuore, alla pancia... di nuovo mi sono commossa nella parte di Mica. Anche la mia amica, prima volta che vede Interezza, si è commossa. È rimasta scioccata dalla vostra bravura, dalla vostra capacità di mettere in scena un argomento del genere...
Elisa
Ciao, volevo complimentarmi con tutti voi, per lo spettaccolo che ho avuto la fortuna di vedere sabato sera al teatro Agnelli.
Molto emozionante coinvolgente, comunicativo e riflessivo dall'inizio alla fine. Ero con una decina di amici, e tutti compresa mia madre una persona di 60 anni, ne sono usciti entusiasti.
Intanto grazie per le belle emozioni. In bocca al lupo.. ooops "merda"!
Paola
Mi è piaciuto molto lo spettacolo. Trovo che siete coraggiosi e bravi. Vi auguro moltissimo successo. Quando siete in giro ci torno e magari ci porto pure qualche alunno.
Loredana
molto bello anche questo vostro spettacolo io ho paura... molta paura spero di rimettermi e conoscervi meglio ancora complimenti per il vostro lavoro ciao
paola
Ho assistito ieri allo spettacolo "non avevamo paura" e vorrei farvi veramente i complimenti! Ciao, a presto
Elisa
Ciao Interizziosi!! Sono stato al vostro spettacolo in radio black out e mi è piaciuto molto, fa bene rinfrescare la memoria su temi che cercano di farci dimenticare.
Gianluca
Comunque non sono d'accordo su vari punti. Comunque siete bravi. Comunque siete più bravi quando fate ridere.
Matteo
Sabato scorso ho molto apprezzato il Vostro spettacolo "non avevamo paura"... mi è venuta la pelle d'oca ricordando quanto avvenuto nel 2001 e così ben rappresentato... davvero bravissimi... Ho guardato sul vostro sito ma non ho trovato altre date in programma per questo spettacolo, alcune mie colleghe sarebbero venute volentieri a vedervi e anch'io vorrei tanto fare un replay per gustare ancora meglio dettagli e sfumature.
Antonella
Ciao. Ripeto che a me è piaciuto molto, in quanto era parecchio difficile rappresentare una vicenda così complicata individuando bene le figure chiave. C'era persino della "figa" nello spettacolo. Ho i miei dubbi che molti dei "burattini"lo fossero effettivamente, penso più che altro che alcuni quadri delle forze dell'ordine non aspettassero altro che avere le protezioni giuste dall'alto, i quali volevano effettivamente smembrare un movimento così vasto e innovativo. Ovviamente penso che anche ci fossero stati i Black Block nella Diaz, un'operazione del genere non avrebbe avuto lo stesso nessuna legittimità. Solo all'inizio la musica sarebbe dovuta essere più bassa. Ora la smetto con il pippone militante. Comunque io volevo vedere lo spettacolo su De Andrè, se no non sarei mai venuto.
Fax
Ciao a tutti, Vi ho visto la scorsa settimana a Genova con lo spettacolo NON AVEVAMO PAURA Siete stati bravissimi, le idee che avete avuto riguardo alle confessioni che i poliziotti puntualmente ritrattavano (con il burattinaio) oppure la partita a calcio con la molotov scomparsa sono state veramente efficaci. Complimenti vivissimi, questo è teatro civile all'ennesima potenza. Potete iscrivermi alla Vs mailling list? Mi piacerebbe seguirvi ancora se doveste passare nuovamente in quel di Genova. Saluti e buona giornata