Ed allora si cominci con La Ballata del Re Nano (e del lodo malsano)
ove si narra delle gesta del Re più basso della storia dei giorni nostri, con le orecchie più grandi che la memoria rammenti, incollate su un corpo piccino e non sul muso di un pachiderma, dove peraltro avrebbero non sfigurato,
e ove si narra delle peripezie del reame al susseguirsi degli eventi di quando l'inquisizione dichiarò invalida la legge scritta dal cancelliere Al Fano, famoso perchè sempre in gessato, inteso come vestito ma anche come cervello.
Da più di mille anni esistono i menestrelli, artisti vagabondi di professione che per secoli girarono di villaggio in villaggio, di castello in castello, narrando gesta ed accadimenti. La loro attività principale è quella di narrare "Chanson de geste", ovvero "cronache di gesta" in cui si racconta la cronaca di attualità in maniera epica. Celeberrima la Chanson de Roland, del 1100 circa, che celebra le prodezze di Carlo Magno, Rolando ed altri famosi personaggi.
Prevalentemente una messinscena letteraria, con canzoni dalle melodie semplici, che influenzò moltissimo anche la musica del XII e XIII secolo. Hanno attraversato ere, continuando imperterriti e beneaccolti, patendo però un declino di popolarità quando per le strade arrivarono prima la stampa e poi la televisione. La cronaca veniva portata alla gente attraverso gli strumenti di comunicazione di massa, e quindi i cantastorie si ritirarono sempre più in spazi ridotti, in ambiti relegati, riservati, poetici.
Ma negli ultimi anni sembra stia accadendo una rivalutazione del ruolo dei cantastorie e della loro opera.
Sarà per caso legato al fatto che giornali e televisione non veicolano più notizie alla gente? E che quel che portano in strada sembra ai più solo il verso dei potenti, inteso come righe in rima ma anche come suono gutturale e volgare?
La lunga tradizione dei menestrelli italiani si è a poco a poco affievolita a partire dagli anni 70, mettendo da parte illustri cantastorie come Busacca e Trincale. Principalmente a causa della diffusione della televisione quale mezzo di comunicazione di massa. Malgrado fossero gli ultimi cantori di una tradizione millenaria, a loro non rimase altro, quindi, che relegare la propria arte poetica negli spazi assai ridotti concessi dagli ambienti culturali contemporanei.
Franco Trincale (Militello in Val di Catania, 1935) è un cantante e cantastorie italiano.
L'arte di Franco Trincale proviene dalla nobile tradizione dei cantastorie siciliani, di cui è rimasto uno degli ultimi epigoni. Le sue canzoni, come da tradizione, sono in massima parte ispirate a eventi di attualità, tanto che lo stesso autore definisce la sua opera come "giornalismo cantato". Le sue esibizioni, inoltre, narrano di tematiche connesse alla denuncia delle ingiustizie sociali e dell'operato dei "potenti". Soggetto delle opere di Trincale, infatti, sono molto spesso i politici, tant'è vero che, pressoché tutti gli uomini politici italiani più importanti sono stati oggetto della sua satira nel corso degli ultimi decenni.
Trincale, sin dagli inizi, è stato vicino alle posizioni del movimento operaio e negli anni settanta si è spesso esibito nelle fabbriche in occasione degli scioperi. Fu eletto "Trovatore d'Italia" alla Sagra dei Cantastorie del 1967 e del 1968, organizzate dall'Associazione Italiana Cantastorie Ambulanti (AICA). Trasferitosi a Milano nel dopoguerra, si è esibito per diversi anni nella zona del Duomo e, dal 1992, in Piazza San Babila con testi che facevano eco alle vicende di mani pulite, finché l'ordinanza comunale 5955 del 19 luglio 2002 (che vieta l'uso di amplificatori per «molestia alla cittadinanza e disturbo alle attività») gli ha imposto la cessazione di questa attività. Questa ordinanza, secondo lo stesso Trincale, sembra sia stata emanata anche in virtù di motivazioni di carattere politico. Nel marzo 2002 il nome di Franco Trincale è comparso in coda alla richiesta da parte di Silvio Berlusconi di trasferire da Milano il processo SME. Secondo gli atti del processo, Trincale si porta presso la piazza del Duomo ogni fine settimana per vendere materiale diffamatorio, altresì arringando i numerosi presenti con ulteriori diffamatorie prospettazioni. Nel gennaio 2008 il cantastorie ha ottenuto da parte del Consiglio dei Ministri la concessione del vitalizio della Legge Bacchelli per aver "saputo utilizzare significativi elementi di cultura popolare legando il proprio lavoro artistico con la storia di movimenti sociali".
[tratto da wikipedia]
"I menestrelli erano cronisti, confidenti, messaggeri segreti, ambasciatori. Fra tutti gli ospiti un menestrello era il più gradito alle grandi feste del castello. Suonava, cantava e faceva il buffone per la delizia di tutta la compagnia, ed era uno strumento sociale di grandissimo valore. Manteneva gli uomini a contatto con costumi e ambienti diversi"
E chill' ha detto che le recensioni che contano sono quelle dei critici, o di chi lo fa di mestiere?!?
Ecco i commenti del pubblico! Degli amici, dei parenti, dei conoscenti, degli afiçionados, dei passatipercaso!
a dir poco fantastico!!! Era la prima volta che lo vedevo, quindi non posso fare paragoni con la prima data. Siete stati bravissimi!! Ci sono stati dei momenti che piangevo dalle risate... e pensate che ho cercato anche di trattenermi se no, non smettevo più di ridere.... Quando Max imitava Dipietro credevo che gli venisse un infarto... e più ci pensavo più mi veniva da ridere....
ancora complimenti sia da me... sia dalle persone che erano con me!!!