stagione 2008-2009"Signori e signore, convenuti trattenuti e benvenuti,
siamo qui per procedere nel dibattimento del caso:
lo Stato contro i suoi sudditi, i costruttori contro i distruttori, gli imprenditori contro i ribelli.
Signori e Signore, in piedi!
Prostrate il capo, entra la corte!"
Nell'anno del signore mio pastore duemilaeunpo', si svolge un processo ad alcuni pericolosissimi attivisti di un movimento nato "dal basso".
In una corte di giudici isterici e cancellieri adulanti, di testimoni indecisi e di giornalisti servili, due avvocati si scontrano discettando di torti e ragioni, presentando improbabili corpi del reato, obiettando alle obiezioni, dibattendo e chiosando, mentre un boia quasi baby-pensionato aspetta con ansia di festeggiare la sua centesima esecuzione...
Con la sua formula aperta, lo spettacolo è adattabile a tutti quei casi dove, anche cambiando l'ordine dei capi d'accusa, il risultato non cambia.
Così, tra botte e risposte, mazzette e minacce, il processo buffonesco si fa ironica tagliente parodia di un processo vero.
O è vero piuttosto il contrario?
Il mattino del 6 dicembre 2005, dopo la visita notturna della polizia al presidio di Venaus e la generosa distribuzione di manganellate democratiche, alcuni manifestanti bloccano per protesta la Torino-Bardonecchia.
Prontamente accorre una volante della polizia, seguono tafferugli e relative denunce; così, dal furto dichiarato di una macchina fotografica e di un casco delle forze dell'ordine, parte un processo i cui intenti, ad una lettura nemmeno troppo approfondita, risultano piuttosto chiari: ad essere sotto accusa è un'intera valle, divenuta esempio e traino per altri movimenti di democrazia partecipata in giro per l'Italia.
La storia si ripete in altre occasioni, per altri processi; che i colpevoli si chiamino NOTAV o NOQUALCOSALTRO, il meccanismo rimane lo stesso.
Potenti, paladini della sicurezza, politici, giornalisti della gleba, amici degli amici, ambientalisti del fare; ognuno ha il suo buon motivo per dipingere cittadini che protestano civilmente come pericolosi terroristi, dediti al farniente e devoti alla bottiglia. Che fanno comodo in campagna elettorale, ma diventano un peso subito dopo.
E che davanti alla legge rischiano spesso di essere un po' meno uguali degli altri.