Principali riferimenti a fonti utilizzate:
bibliografia
- "Tipico delle bambine", Marianne Grabrucker - la formazione nei primi tre anni di vita
- "Il secondo sesso", Simone De Beauvoir
- "Kate Millett: bisogna ruggire e ringhiare", Anselma Dell'Olio - dialogo dell'ottobre 1995
- "Origine Donna", Sara Morace - dal matrismo al patriarcato
- "Perversioni femminili - Le tentazioni di Emma Bovary", Louis J.Kaplan - Saggio psicoanalitico sui comportamenti patologici delle donne
- "Ci chiamavano matti", A.Bruzzone - Raccolta di testimonianze di ex internati in manicomio. Storie al maschile e al femminile
- "Streghe", Serena Foglia
- "Santa o Strega", Peter Dinzelbacher - Donne e devianza religiosa tra medioevo ed età moderna
- "Le quattro donne di Dio", Guy Bechtel - La puttana, la strega, la santa, l'oca
- "Le Streghe Bambine di Salem", Frances Hill - Una storia vera del 1692
- "Santi Spiriti Streghe", Paola Caruso - ed altre figure della storia e del folclore beneventano
- "I benandanti", Carlo Ginzburg - stregoneria e culti agrari tra 500 e 600
- "Nome e cognome di donna", A.Morino
- "Donne che corrono coi lupi", C.Pinkola Estes - Il mito della Donna Selvaggia
- "Dentro il presente", A.A.V.V. a cura di P.Terrile - La psicologia analitica di fronte ai conflitti contemporanei
- "L'identità nascosta", Imma Divino - la condizione femminile tra 700 e 800 nella Locride
- "Guerriere ermafrodite cortigiane. Percorsi trasgressivi della soggettività femminile in letteratura", Margherita Giacobino - Ciclo di conferenze presso la Biblioteca Civica di Torino
- "Donne disarmanti", Monica Lanfranco
- "Dell'ammirazione", Alessandra Bocchetti
- "Per un femminismo nomade", Rosi Braidotti
- "Salti di gioia", Luisa Muraro
- "Dalla parte delle bambine", Elena Gianini Belotti - Influenza dei condizionamenti sociali nella formazione del ruolo femminile nei primi anni di vita
- "Una donna chiamata Camille Claudel", Anne Delbèe
- "Eunuchi per i regno dei cieli", Uta Ranke-Heinemann - la chiesa cattolica e la sessualità
- "Donna e chiesa alle soglie del terzo millennio", Cettina Militello
- "Il corpo della donna come luogo pubblico", Barbara Duen - sull'abuso del concetto di vita
- "Metafisica", Aristotele
- "Tre saggi sulla teoria sessuale", Sigmund Freud
- "Il codice dell'anima", James Hillman
- "Trattato di psicoanalisi", C. Musatti - Compendio del pensiero freudiano
- "Fondamenti di psicologia fisiologica", N.Carlson, R.Bellucci
- "Il brusio della lingua", R.Barthes
- "Il corpo", U.Galimberti
- "La costruzione del se nei disturbi alimentari", Gherardo Mannino
- "Psicoterapia cognitiva post-razionalista e ciclo di vita individuale", Vittorio Guidano - conferenza del 19.04.91, a Follonica (Grosseto)
- "Il cambiamento negli stili di personalità, disturbi alimentari psicogeni e ossessivi", P. Gaetano e P. Maselli
- "Streghe, folletti e santi tra Romagna ed europa", Renato Cortesi
emerografia
il manifesto
25 Settembre 2003
La caserma della repubblica
Scandalo al senato. Arriva in aula, blindatissima, la legge sulla procreazione assistita.
Un gruppo di deputate la contesta dalla tribuna indossando una maglietta con la scritta: «Nessuna legge contro il corpo delle donne». E l'aula di palazzo Madama si trasforma in una caserma «Altro che camera, siete da camera da letto», «siete contro la legge perché volete continuare a farvi scopare», urlano alcuni senatori all'indirizzo delle deputate.
Nessuno li censura, sotto accusa solo le magliette delle donne. E la legge contro le donne marcia verso l'approvazione
Il maschio sfogo dei senatori
Tra risate e urla «da trivio», come sottolinea la diessina Pagano, il senato caccia chi contesta
la legge sulla procreazione assistita. La Mussolini chiede la messa in onda della seduta, ma Pera tace e Casini se la prende con l'invasione di campo delle deputate. Breve storia delle volgarità del nostro parlamento
GIOVANNA PAJETTA
ROMA
Il più classico, «troia!», pare che questa volta
non l'abbia gridato nessuno. Ma non ci si può giurare visto che, come
raccontano le protagoniste, al loro arrivo il senato è praticamente
esploso. Urla, strepiti ma soprattutto raffinate osservazioni del tipo
«Siete contro la legge perché volete continuare a farvi scopare». O,
inchinandosi al fatto che si trattava di deputate, «Altro che camera,
voi siete da camera da letto».
«Di battute maschiliste, quando questa legge era a Montecitorio ne ho sentite in abbondanza, ma tassi di
volgarità così...» racconta la diessina Katia Zanotti. E se lei
preferisce attribuire l'accaduto «alla cultura di destra», Alessandra
Mussolini ci tiene a mettere i puntini sulle «i». «Sì, è vero, i
senatori che ci hanno insultato erano per lo più del centrodestra -
ammette la deputata nazionalleata, che testimonia, con la socialista
Chiara Moroni, la trasversalità della battaglia contro questa legge -
Ma gli altri ridevano, il che forse è pure peggio».
Non sono certo le uniche a rimanere scosse dall'accoglienza dei senatori. Basta pensare
che, quando il presidente di turno, Lamberto Dini, sospende la seduta e
caccia le sgradite ospiti dalla tribuna di palazzo Madama, persino un
leghista duro e puro come Roberto Calderoli si sente in dovere di
precipitarsi in sala stampa a fare le sue scuse.
Peccato che il suo rimanga un gesto isolato. Perché quando la seduta riprende, Dini
bacchetta proprio le deputate, colpevoli di aver rotto il galateo
istituzionale con un gesto che «non ha precedenti». E alla diessina
Maria Grazia Pagano che interviene contro le «battute da trivio»,
risponde indifferente che «nella confusione non credo che siano stati
molti ad aver sentito ciò che alcuni senatori possono aver detto».
Quando un'ora dopo le contestatrici portano alla camera le loro
magliette rosa con la scritta «Nessuna legge contro il corpo delle
donne», le cose vanno giusto un po' meglio. Forse già avvertiti dal tam
tam delle agenzie, i deputati si limitano a gridare «boo, boo» e a
qualche schiamazzo più
politically correct. Qui a presiedere
c'è un diessino, Fabio Mussi, e la goliardia sfuma nel paternalismo.
«Onorevole Bonito - dice scherzoso Mussi a chi sta intervenendo - alle
sue spalle c'è un corteo di colleghe». «Temo, presidente, che non siano
qui per me» risponde a tono Bonito. E tutti se la ridono sul finale di
Mussi: «Forse per un attimo lei lo ha sperato...». Anche qui comunque,
le deputate diessine, di Rifondazione ma anche del centrodestra, come
Alessandra Mussolini e Chiara Moroni, vengono espulse dall'aula. E i
loro colleghi maschi, probabilmente tirano un sospiro di sollievo.
Perché in realtà, basta sfogliare qualche cronaca per scoprire che il
savoir faire
di ieri è un'eccezione, non certo la regola. Maura Cossutta racconta ad
esempio di quando, mentre lei stava intervenendo veemente contro il
lodo Schifani, l'onorevole Menia, di An, l'ha interrotta con brutale
«taci, troia». «Adesso il caso è all'ufficio di presidenza - dice la
deputata del Pdci, che tempo prima si era dovuta sorbire un bel `taci,
gallina' dal leghista Cè - Io mi sono rifiutata di accettare delle
scuse pro forma, penso che la misoginia sia un problema di cultura
democratica, altro che scortesia».
Poi ci sono le cose dette a mezza
bocca, i gesti o le frasi apparentemente pronunciate per il vicino di
banco, ma in modo tale che tutti, o meglio tutte, le vedano. «Ricordo
quel che è successo a me e alla Titti Valpiana durante la discussione
sulla Bossi Fini e l'immigrazione - ricorda Katia Zanotti - Mi pare che
in quel momento a parlare fosse lei, e Ignazio La Russa si è
platealmente toccato lì, e ha detto ai suoi `a loro piace che arrivino
i negri, perché ce l'hanno grosso'. Glielo abbiamo letto sulle labbra,
anche perché lui ha fatto di tutto perché lo vedessimo». E per chiudere
in modo bipartisan , val la pena di ricordare come quando Carolina
Lussana si batteva a spada tratta contro l'indultino, fu il deputato
dello Sdi Buemi ad aggredirla in malo modo (anche se di questo «troia!»
non c'è conferma diretta).
«Che ci sia un fondo di maschilismo è evidente, basta vedere qual è la
percentuale di donne parlamentari» commenta, tra il rassegnato e il
benevolo Chiara Moroni. Ventottanni, alla sua prima legislatura, la
giovane socialista si è battuta strenuamente quando la legge sulla
procreazione era alla camera. Anche contro i suoi colleghi della Casa
delle libertà, ovviamente. E anche adesso ci tiene a parlare di
politica, non di quello che definisce «un atteggiamento che io dò un
po' per scontato, in fondo è ovvio che i parlamentari, che sono eletti
dal popolo rispecchino così tanto la società in cui viviamo».
Ma chi ha più esperienza, e per fortuna meno assuefazione di lei, questa volta
proprio non ci sta. «Quello che è successo oggi è gravissimo, senatori
che insultano con linguaggio da caserma delle parlamentari non si era
davvero mai visto - protesta in serata, ancora fuori di sè Alessandra
Mussolini - Altro che brusio, come ha detto Lamberto Dini, gli insulti
e le volgarità si sono sentiti benissimo». E sarebbe il caso che li
sentissero anche gli elettori. «Chiedo a Marcello Pera, presidente del
senato, di autorizzare la messa in onda della seduta di oggi (ieri per
chi legge,
ndr) - prosegue implacabile la deputata di An - Il 51 per cento dei
cittadini elettori è donna, decideranno poi loro come comportarsi, cosa
fare alle prossime elezioni».
Ma l'unica risposta «istituzionale» arriva a fine giornata da
Pierferdinando Casini. «Con riferimento ai disordini occorsi al senato
desidero ricordare che si richiede a chi assiste alle sedute lo
scrupoloso rispetto delle regole» proclama solenne il presidente della
camera, tra gli applausi dei banchi della maggioranza. Concludendo con
involontaria gaffe: «Noi non siamo diversi ma siamo come gli altri
cittadini. E come tali siamo tenuti a comportarci».
Punto per punto, la legge del «no»
Dal diritto dell'embrione ai divieti a catena, il testo che chiude la procreazione assistita
No alla fecondazione eterologa, no ai single, no ai gay.
In nome dei «diritti del concepito»
la legge più oscurantista d'Europa
Il testo del disegno di legge sulla procreazione assistita arrivato ieri alla discussione dell'aula del senato è quello approvato alla camera il 18 giugno di quest'anno: se, come promesso dalla maggioranza, non sarà apportata nessuna modifica, l'insieme di divieti e sanzioni in materia di procreazione sarà legge dello stato: e sarà la legge più restrittiva tra tutti i paesi europei, compresa la cattolicissima Spagna.
Il «diritto a nascere». La legge si apre con un articolo-manifesto: il riconoscimento del diritto a nascere del concepito. Da qui all'assalto alla 194 che regolamente l'interruzione volontaria della gravidanza il passo è breve, anche se - a detta di una parte della maggioranza - per ora non c'è l'intenzione di compierlo. Nello stesso articolato si proibiscono la clonazione e la sperimentazione sugli embrioni.
No all'eterologa. La legge consente solo la fecondazione con gameti (spermatozoi o ovociti) della coppia. Vietata dunque la fecondazione eterologa, nei fatti largamente utilizzata dalle coppie soprattutto in caso di sterilità maschile. Il divieto è sanzionato con una multa pesantissima: da 300.000 a 600.000 euro per chi utlizza gameti estranei alla coppia.
Nè single nè gay. Possono ricorre alle tecniche di procreazione assistita (Tra) solo le coppie sposate o conviventi di sesso diverso, in età potenzialmente fertile, nei casi in cui sia provata la sterilità e siano entrambi viventi. Dunque: no alla Tra per gay, single, «mamme-nonne» e post-mortem.
Embrioni. Oltre all'articolo prima citato, ci sono poi le minuziose regolamentazioni sul numero degli embrioni e sulla crioconservazione che trasfromano il percorso della Tra in un calvario per le donne, per le quali risulterà necessario sottoporsi a ripetuti e devastanti bombardamenti ormonali. La legge stabilisce infatti che non si potranno produrre più di tre embrioni per volta, ossia il numero necessario e sufficiente per un singolo impianto. Dunque, in caso di fallimento dell'impianto (caso molto frequente) bisognerà ripetere la stimolazione ormonale necessaria nel corso delle Tra (qualunque sia la causa della sterilità) per far produrre alla donna gli ovociti da sottoporre successivamente a fecondazione. Attualmente invece quasi tutti i centri che praticano le Tra usano gli ovociti prodotti da una singola stimolazione per produrre quanti più embrioni possibile, conservando con la tecnica del freddo (crioconservazione) quelli in sovrannumero. La nuova legge proibisce la crioconservazione, salvo quando «per gravi e documentati problemi di salute della donna» il trasferimento in utero non si possa fare subito. Quanto agli embrioni attualmente conservati nei centri di Tra, se ne introduce l'adottabilità.
Sanzioni. Per la fecondazione eterologa, come goà detto, si rischia una multa fino a 600mila euro (1 miliardo e passa di vecchie lire). Una ginecologa o un centro che violando la legge aiuti la fecondazione di un gay o di un single o di un minorenne rischia di pagare dai 200 ai 400mila euro. Il carcere è previsto per il commercio di embrioni o gameti e per tentativi di clonazione.