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Il femminile è Lo sguardo alternativo, che mette in discussione ruoli e categorie, regolamenti e stereotipi, dottrine e status quo.
Il potere per eccellenza, creativo e procreativo, per questo da secoli sminuito, ipocritamente custodito e rinchiuso tra mura e obblighi formali.
Il femminile è scomodo e destabilizzante, soprattutto per il patriarcato e per il potere gerarchico, sostanzialmente la stessa bestia.
Fastidioso perchè è l'alternativa, guidata dall'agire collaborativo, cooperativo ed includente. Valida anche per gli uomini che ci si possono riconoscere, perchè il femminile non dipende dalla dote che porti in dono tra le cosce.
E continua a creare alternativa oggi, nelle poche società matriarcali sopravvissute, dopo 10mila anni di potere della guerra e della proprietà privata.
Parlare di femminile oggi, senza essere tacciati di femminismo e rimanendo slegati dalla distinzione di genere, è impresa quasi impossibile.
Dalla caccia alle streghe alle leggi sulla fecondazione assistita, dal diritto all'aborto alle associazioni pro-vita, dalle opposizioni rigide alla pillola gratuita a quelle allarmiste contro la genitorialità non eterosessuale, il falò su cui bruciare le eretiche è sempre rovente.
Il femminile è collettivamente, culturalmente rinchiuso in categorie, etichette, definizioni.
La rivoluzione femminile non ha vinto e non ha perso. Si è interrotta.
Di conseguenza, strisciante, è arrivata la restaurazione del vecchio.
Le donne tornano ad essere complemento, protesi, utensile del piacere.
La donna-oggetto, nelle sue sfumature antiche e contemporanee, è uno dei prodotti più emblematici di questa cultura.
Recuperare il pensiero di Simone de Beauvoir e Kate Millet, rivisitare il pensiero maschiocentrico di Freud e Aristotele, rileggere pregiudizi datati storicamente tanto quanto le contemporanee trasformazioni del nuovo machismo berlusconoide.
Per dare voce a quel femminile così temuto, allontanato, separato dalla cultura, che si manifesta come molteplicità, energia che sovverte gerarchie, ruoli e generi.
Mettendo tutti sullo stesso piano.
Chi conta e chi no.
Chi governa e chi no.
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