chi siamo

Max, in quasibrevi origini

Inizia il suo percorso artistico piùomeno infante.
Il teatro gli si presenta, un po' come a tutti, con la recita di Natale dell'asilo, e con il suo primo ruolo da protagonista in sangiuseppe.

Poi arriva la musica. Ancor oggi ringrazia quella suora folle che a 5 anni gli fece provare la musica d'insieme, tra piattini, cembalini, legnetti sonori e pseudoleggii con le carte con le figure.
Così a 6 anni è la volta dello xilofono, poi del metallofono.
A 8 anni il pianoforte, proseguito fino all'adolescenza presso il distaccamento pomeridiano del conservatorio di Torino. Ma a 13 anni in un incidente si frattura due dita e con le conseguenti operazioni per un anno, per cause di forza maggiore, deve interrompere il conservatorio.

Continua lo studio da autodidatta e finalmente riesce a dedicarsi alla musica jazz, che i suoi insegnanti gli proibivano. Inizia a scoprire tastiere e sintetizzatori.
Nel frattempo si dedica alla chitarra, al canto e al teatro.
Suona l'organo in chiesa, il pianoforte a saggi di danza e spettacoli vari. Suona con gruppi di coetanei, con un gruppo di adulti che fanno pezzi dei Nomadi e gironzola piazze e paesi della provincia.

A 16 anni comincia il suo percorso teatrale, mettendo in scena spettacoli con ragazzi, giovani e adulti. Scrive e dirige spettacoli amatoriali e quando ha tempo libero si corica in teatro per odorare il legno e guardare il soffitto.
Inizia a scrivere canzoni.

Quasi per sbaglio diventa tecnico del suono di una corale gospel dilettante, ma in breve passa dal mixer al microfono (a volte anche durante lo stesso spettacolo) diventando prima corista e poi anche solista. Gira l'italia e l'europa per un paio d'anni.
Poi diventa cantante di un gruppo di musica fusion e comincia a girare locali notturni a Torino.

Nel 1988, con Luca Necciai scrive e dirige "Scusi ha visto mio nonno?", spettacolo teatrale musicale sull'obiezione di coscienza, andato in scena con la prima al Teatro Colosseo pieno.

Successivamente studia Improvvisazione teatrale con i Dizziacs Theatre, formatisi presso la scuola di LeCoq.

Dal 1989 al 1994 lavora con compagnie teatrali composte in prevalenza da ragazzi di "quartieri difficili", per raccontare attraverso il teatro ironico, realtà e fantasie raccolte direttamente dalla strada.

Da qui prende inizio un percorso che tenta di congiungere la sua dimensione artistica con il suo lavoro nel sociale, a tutt'oggi la sua occupazione principale.
Con altri attori dilettanti, fonda l'associazione teatrale "S.P.I.Golose" [Società Per Idee Golose] che curerà le messinscene di questi spettacoli con le compagnie "Gangsters a colazione", "Giovanni Caputo Buonanima" e "I nipoti di Zia Sidonia". Gli spettacoli calcano i palchi del Teatro Massaua, Teatro Colosseo, Teatro Juvarra, Teatro Valdocco e di piazze e strade di Torino.

Tiene corsi di recitazione, partecipa a spettacoli di altre compagnie teatrali, sia in veste di attore ironico, sia in qualità di attore drammatico in spettacoli di impegno civile.

Mentre continua il suo percorso di autore, sia teatrale sia musicale, intraprende la strada dell'intrattenimento di contenuto, in coppia con Andrea Marasso attraverso il duo "Vale'n'Tino", che dal 1993 al 1996 gira locali serali, teatri e piazze, con spettacoli che congiungono la canzone ed il teatro ironico. In questa produzione è molto presente l'influenza e l'opera di quella che è definita "la scuola milanese", con brani di Jannacci, Gaber, Cochi e Renato.

Negli anni successivi continua la sua ancestrale mania di scrivere racconti, favole, poesie, e perde tempo cercando di imparare la tromba, con scarsi risultati.

Dopo un paio di anni senza palchi, nel 1999 ricomincia con spettacoli teatrali con la nuova compagnia teatrale "Io mi chiamo G".
Nel 2000 va in scena la prima del "UanMenSciò", spettacolo basato completamente su canzoni sue.
Scrive il suo primo romanzo,successivamente pubblicato, così come una raccolta di suoi racconti.

Partecipa ad alcune produzioni cinematografiche, del regista Daniele Gaglianone, un cortometraggio sui giovani immigrati torinesi ed il film "I nostri anni", sulla resistenza, distribuito in circuiti nazionali.

Nel 2002 viene invitato a partecipare alle repliche torinesi e aostane de "L'agenda di Seattle", della comunità teatrale nomade "L'impasto", compagnia nazionale da sempre legata al teatro civile, con la quale stringe un legame affettivo e di importante confronto artistico negli anni seguenti.

Nel 2003 fonda Interezza e non la molla più.