Arlecchino
La maschera di Arlecchino, che più di ogni altra è rappresentativa della
Commedia dell'arte, sarebbe il frutto dell'innesto dello
Zanni bergamasco con personaggi diabolici farseschi della tradizione popolare francese.
Arlecchino compare per la prima volta a Parigi alla fine del Cinquecento su un palcoscenico gestito da comici della Commedia dell'Arte italiana detta dei
Raccolti, ma il termine Arlecchino nasce e da un personaggio medioevale: Hellequin o Helleken che diventa poi Harlek-Arlekin.
Un demonio nominato anche da
Dante: Alichino.
Nella tradizione del Duecento e Trecento francese questo personaggio è descritto come un diavolaccio caciaroso e scurrile, ridanciano e truffaldino: il "diavolo burlone" delle favole medioevali.
In seguito compare come il "buffone" delle compagnie di comici girovaghi alle corti principesche o tra
giullari, saltimbanchi e clown nelle fiere e nei mercati dei sobborghi, sempre affollati di gente in cerca di divertimento.
Nativo di Bergamo bassa, parla nel dialetto di quella terra, ma poi lo muterà in quello veneto, più dolce ed aggraziato.
Il suo vestito era dapprima tutto bianco, come quello di
Pulcinella, suo degno compare.
Col tempo a furia di rattoppi con pezzi di stoffa di ogni genere, é diventato quello che oggi tutti conosciamo; un variopinto abito composto da un corto giubbetto e da un paio di pantaloni attillati, entrambi a losanghe e triangoli di tutti i colori.
Arlecchino ha un carattere stravagante e scapestrato.
La provocazione e l'oscenità erano gli ingredienti teatrali di tale interpretazione: a volte rozzo e furbo, talvolta sprovveduto, ridanciano e selvatico, Arlecchino è eternamente affamato, sempre in cerca di un modo o di un imbroglio per riuscire a sbarcare il lunario.
Il primo interprete di Arlecchino fu il mantovano Tristano Martinelli.
Un grande interprete di Arlecchino, Domenico Biancolelli, usava mettere in scena temi e situazioni scottanti, come il problema della giustizia e dell'ingiustizia, vestendo ora i panni di un Arlecchino giudice arraffone ora quelli dei un Arlecchino inquisitore fanatico ed ipocrita.